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Il mio Zarathustra

2019

<2019>

«un paio di lettori, di cui si nutra stima, altrimenti nessun lettore » Nietzsche

Il fatto che mi basti poco per essere felice non significa che mi accontenti delle briciole. Altrimenti sarei un criceto.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Così recita l’articolo uno della costituzione, in quanto la funzione sociale del lavoro e dell’’uomo vengono prima del capitale degli affari e della finanza.

C’era una volta un imprenditore che arrivato in un paese per fare affari, decise di volere vendere la sua bottiglietta d’acqua a 2 euro. In questo paese però esistevano tante belle piazze, tutte già munite di fontane storiche e fornite di acqua pura e buonissima dai numerosi comuni che erogavano acqua pubblica.

In merito al costante impegno apolitico del signor Petta, che da buon vigilante dato che la dormiente comunità, tace o perlomeno delega, mi sembra doveroso dare un mio piccolo contributo sia sull’edificio Casa d’Italia ormai destinato come tante italiche opere ad una lunga agonia,

Se gettiamo una rana in una pentola colma di acqua a temperatura ambiente, questa ci rimarrà, trovando gradevole il nuovo ambiente. Se però aumentiamo lentamente la temperatura dell’acqua, questa paradossalmente non se ne accorgerà nemmeno;

La giostra dei criceti

30/09/2019

Il fatto che mi basti poco per essere felice non significa che mi accontenti delle briciole. Altrimenti sarei un criceto (Snoopy). Seguo con passione le vicende politiche italiane e non solo, e grazie all’uso appropriato della rete e di tanta lettura, vorrei esporre il mio libero pensiero. Inizierei dicendo che la politica scellerata dei governi che si sono succeduti in questi anni, e la non sovranità monetari, ma in mano alla BCE, ha alimentato la continua crescita del debito pubblico e una disastrosa austerità che ha impoverito una gran fetta della popolazione. Ciò ha comportato oltre ai disagi, la svendita del nostro patrimonio pubblico, artistico, culturale, paesaggistico e dei servizi sociali e sanitari. Tra i colpevoli della nostra crisi e delle nostre disgrazie, vi sono il servilismo interessato dei nostri impuniti politici, e il popolo colpevolmente disinformato, oltre che individualista e compiacente. È inutile criticare questo ennesimo governo del non cambiamento che non c’è stato. Molti dicono che aumenterà l’iva, che saremo di nuovo ai piedi dell’Europa che la TAV si farà, che aumenteranno gli sbarchi, e che ci sarà una revisione e non più una revoca totale della concessione ad Autostrade. L'esecutivo giallorosso potrebbe in poco tempo ribaltare l'agenda proposta dalla Lega e dare il via libera ad una manovra “tassaiola”. Probabilmente hanno ragione. Giudichiamo i fatti e ai tempi che verranno e lasciamoli lavorare, pensavo il giorno della nomina dei ministri e della nascita del nuovo governo giallo-rosso (fucsia). In passato ci siamo fidati di tutti, che dopo le promesse hanno realizzato lo zero virgola. Il programma presentato dal nuovo governo, contiene 29 punti. Sulla base degli indirizzi condivisi dal M5S, PD e da LeU, ecco l’intero programma:(online i 26 punti). Il PD promette più Europa un aumento della produttività e dei posti di lavoro, oltre a bloccare l’aumento dell’iva.

Il M5S promette battaglie sui temi a loro a cuore che già erano nel programma dell’ultimo “governo del cambiamento” diventato poi “il cambiamento del governo”. La lega auspica pazienza fino alle prossime elezioni imminenti rimarcando il loro cavalli di battaglia tipo l’immigrazione e la sovranità, e facendo un’opposizione dura insieme a FI e FLI. Berlusconi ha dichiarato che farà opposizione, con serietà, con coerenza e con sobrietà. Il nuovo programma di governo prevede molti punti a favore dei cittadini, descrivendo cosa si vorrà fare, ma in forma molto generica ma senza menzionare da dove verranno presi i soldi e dove si dovrà tagliare. Ecco la lista delle promesse: investire sulle nuove generazioni, “Green New Deal”, inserendo la protezione dell’ambiente e della biodiversità. La non concessione di trivellazione per l’estrazione di idrocarburi. Riduzione dei parlamentari, investimenti nel sistema universitario e della ricerca. L’ammodernamento delle attuali infrastrutture. Una legge sul conflitto d’interessi e riforma del sistema radiotelevisivo. La tutela degli interessi nazionali, e un nuovo equilibrio globale basato sulla cooperazione e la pace, sul pilastro dell’alleanza euroatlantica. Da non dimenticare l’indipendenza della magistratura dalla politica e la lotta alle organizzazioni mafiose e all’evasione fiscale, per finire con la riforma del regolamento di Dublino, sul problema della gestione dei flussi migratori. Come hanno ricordato alcuni analisti di mercato e politologi, sia M5s che Pd hanno nel loro DNA le tasse che vanno a colpire il patrimonio. Alcuni report dell’FMI avevano a più riprese chiesto al governo gialloverde di azionare la leva della patrimoniale e di tassare ancora una volta la casa. Cosa che l’esecutivo gialloverde ha evitato, non cadendo nella trappola delle imposte tanto cara a Bruxelles e al FMI. E qui potrebbe cadere la scure della patrimoniale.

È questa la telenovela politica che seguo con passione 24h, in particolar modo quella italica, consultando numerosi fonti di opinioni opposte, i giochi politici di potere e i voltafaccia senza esclusione, per non parlare delle ruberie impunite di ogni partito nessuno escluso. I complottisti parlano dei poteri forti come il gruppo Bilderberg, dell’Europa e dell’Euro o dei massoni, i templari, i settari, i mafiosi e i lobbisti, le multinazionali, le banche per finire con gli americani e dando tutta la colpa a loro e praticando lo sport preferito di noi italiani, trovare sempre un nemico indicato da qualcuno sempre molto lontano da noi. Se una di queste entità malavitose viene in Italia con delle proposte e tanti soldi, e il politico, finanziere o commercialista accettano, per noi la colpa deve per forza essere di chi ci fa la proposta? Come risultato e trasformismo di interesse il “venduto” lo ritroviamo in piazza, indipendentemente dai colori politici. Come in una giostra il sistema crea instabilità e utilizza il politico di turno per fare girare noi cittadini come dei criceti, cambiando a seconda dell’establishment la ruota più conveniente, distraendoci dalle riflessioni e prese di posizione importanti. Scaricando sempre la colpa sui venditori di fumo che a turno saranno la BCE i massoni ecc., senza incolpare colui che abbiamo votato o ha votato il vicino di casa. Perché sono sempre gli altri che votano in modo irresponsabile. È divertente osservare come giriamo tutti nella ruota del criceto, lasciando ai venduti che abbiamo votato, i previlegi e l’apparente potere di alcuni anni scarsi di legislature e programmi mai portati a termine. Non credo che i criceti pur non avendo più niente da perdere scenderanno in piazza per dire basta, tipo i gilet gialli in Francia, mancando l’unità nazionale, ma delegando come già dai tempi del fascismo ad’ un capo, che si prendesse sulle spalle tutte le responsabilità. Nessun governo chiederà “l’Italexit” rischiando di perdere delle poltrone a Bruxelles, e nessuno vorrà uscire dall’Euro, mandando allo sfascio la nostra economia, senza un piano serio e le risorse per gestire una moneta propria o parallela. Ora i venduti sarebbero il partito di Casaleggio che non cerano o erano all’opposizione quando sono state create tutte le baggianate politiche degli ultimi decenni, e sarebbero loro i poltronieri che hanno di fatto perso tutta la loro credibilità, facendo ora parte a pieno titolo dell’Establishment e potendo contare su diversi scheletri nell’armadio. A cominciare dal sistema Casaleggio, così ben descritto nel libro di Nicola Biondo e Marco Canestrari, essi sono ricattabili e tenuti al guinzaglio come tutti gli altri partiti. Continua a girare la ruota per il criceto ignaro che alimenta il sistema dell’élite votando ad’ ogni giro il comandante, cavaliere o elevato di turno. Senza fare proclami incendiari, direi che senza l’unità della popolazione, noi criceti correremo fino alla fine di questa nostra esile esistenza, dimenticando che dovremmo essere noi a dettare le regole invece che subirle. Non dobbiamo neanche mettere in dubbio il nostro ruolo, che è felicemente subalterno ai manovratori della giostra, dato che non ci sono lontanamente nemici, perché invisibili e anonimi anzi complici, perché da modello date le alte aspirazioni alla ricchezza e al potere che albergano in ognuno di noi. La lotta oggi non è più dal basso all’alto, ma è orizzontale. Loro i colossi delle multinazionali che acquistano sempre più potere decisionale e si fanno le guerre commerciali (a colpi di dazi) tra di loro attraverso i governi, e noi il quarto o quinto stato a lottare per le briciole che ogni tanto i padroni lascano cadere dalla loro ricca dispensa. Il prossimo giro di ruota a cui siamo inviatati è quella sul clima guidati dalla Greta di turno, che pilotata da chi con il clima ha in mente progetti miliardari, e sta preparando il terreno per venderci questo prodotto ben confezionato a cui saremo chiamati all’incasso. Per tornare alla sovranità monetaria che ci è stata negata, per gli accordi presi dai nostri governi, mentre i poveri dipendenti pagano il 40 o 50% di tasse di ciò che ricavano, e i colossi che ci fanno divertire dell’entertainment, pagano delle cifre assolutamente risibili sulle loro transazioni.

Mi chiedo rivolgendomi ai giovani. È sufficiente per indignarvi un mondo dove i superricchi vengono tassati al 1% e il povero cristo il 50%? Non vi sentite usati come cavie come lo siamo già noi adulti, per verificare il vostro punto di sopportazione, o vi lasciate dopare acquistando i loro prodotti (Apple, Google, Nike ecc.)? Come in un 68 domando, è sufficiente per ribellarvi avendo queste informazioni? Basterebbe un’imposta sulle transazioni finanziarie di questi super capitalisti anche solo del 1%, che permetterebbe immediatamente di generare un reddito per 200 mia. Solo nel nostro paese sarebbe l’equivalente di 6 finanziarie. Due domande provocatorie: 1. perché i giovani cosi attivi nei social sono così scarni sulle questioni sopra citate, e vanno in piazza solo se il sistema gli lo chiede? Nessuna protesta per questa ricchezza stratosferica che non vien mai redistribuita? 2. Sulla libertà e pluralità d’informazione, qualcuno ha sentito parlare dai media tradizionali del nuovo partito “VOX Italia”? Gradirei sui temi da me proposti, alcune autorevoli firme di quando La Pagina era ancora cartacea, per chiedere il loro contributo invece di porsi in modalità struzzo. Proponiamoci cari compatrioti che tanto amiamo il nostro paese (e non solo il Made in Italy), a fare le pulci a questo esecutivo e una volta per tutte mettendo da parte la partitocrazia e gli interessi personali. Consoli, presidenti e membri delle varie associazioni battete un colpo se ci siete, altrimenti continuate a correre come noi sulla ruota, chiedendo il taglio di imposte italiane oltre al mantenimento delle vostre poltrone. Sarebbe più opportuno chiedere alle autorità elvetiche più diritti per l’otre il 20% della popolazione straniero di questo paese, invece di lottare per dei diritti come ex migranti. O ci sentiamo tutti forti nelle lotte per rivendicare i nostri diritti e deboli o anonimi quando si tratta dei doveri e di sane rivendicazioni verso i nostri dipendenti? Una non reazione a queste mie costruttive “provocazioni” è la prova (semmai ve ne fosse bisogno), che facciamo tutti parte dello stesso ingranaggio in questo luna park ideato e manovrato dal sistema neoliberista.

Diniego collettivo

08/07/19

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Così recita l’articolo uno della costituzione, in quanto la funzione sociale del lavoro e dell’’uomo vengono prima del capitale degli affari e della finanza. Siamo usciti dalla seconda guerra mondiale con una carta costituzionale che è tra le migliori al mondo, ricchissima di valori e principi. Per trent’anni ha dato modo al nostro paese di crescere e svilupparsi fino a diventare tra le prime potenze mondiali. Inizia poi a metà degli anni 70 il trionfo di quella corrente di pensiero chiamato neoliberismo, che ha sostanzialmente cambiato il mondo. L’idea centrale del neoliberismo è che ci sia una forma di relazione naturale all’interno della società umana, la competizione, e che ciascuno di noi non faccia altro che cercare di massimizzare la propria ricchezza e il proprio potere a spese degli altri. Per i neoliberisti l’uomo è, “homo oeconomicus”, che di fatto ha ridotto la nostra società sana, in una profondamente malata. Trent’anni dopo in cui molti paesi crearono delle costituzioni di stampo sociale, favorendo un’epoca di crescita e modernizzazione dell’intero continente, il grande capitale uscito dalla seconda guerra mondiale reagisce tramite le multinazionali, potentati di carattere finanziario, vendendoci una ricetta. Signori il problema è che c’è troppo stato, bisogna incentivare le privatizzazioni, le liberalizzazioni e la competitività. Paragonando questa ideologia a delle entità religiose o mitologiche del passato antico, nelle figure dei mercati, la finanza e le borse, orientano i nostri governi e le nostre menti a seconda di quella che i mercati ci chiedono, e viene presentato come se fosse una qualche situazione neutra e naturale, che non favorisce alcun soggetto in particolare, che ci influenza come la forza di gravità o la pressione atmosferica. Fatta questa premessa sulle origini della nostra società attuale, non sfugge a questo pensiero, l’immigrazione di massa. Da un lato la destra liberista del danaro e della finanza, che mira a portare schiavi dall’Africa nei paesi a loro più congeniali, con l’obiettivo di sfruttare e usare queste armi d'immigrazioni di massa per abbassare in generale i costi della forza lavoro e condurre la così detta lotta di classe dall’alto. L’ immigrazione di massa serve ai signori del capitale per generare conflittualità orizzontale tra gli ultimi, in modo che invece che cooperare e lottare verso l’alto guerreggino fra loro. In sostanza disintegrando i non ancora migranti, rendendo i cittadini come i migranti e non i migranti come cittadini, sradicati e con sempre meno diritti sociali e condannati alla libera circolazione in un’Europa che in realtà non esiste né sul piano politico, delle culture o dei popoli. Salvini per motivi elettorali e di consenso non fa eccezione. D’all’altra parte abbiamo la sinistra libertaria del costume, che non lotta più contro il capitale essendone sua fedele alleata, e anziché condannare i processi di migrazione o deportazione di massa, condanna tutti coloro che provano a resisterle, appoggiando il globalismo senza frontiere. Passando dalla falce al martello all’arcobaleno, non contrasta l’immigrazione di massa in difesa dei migranti o dei lavoratori, falsificando il suo operato come buonismo. In passato il colonialismo deportava dall’Africa verso le Americhe gli schiavi, per sfruttarne la loro manodopera e portare in Europa le ricchezze delle materie prime, derubando i nativi e massacrandoli in nome del progresso ed evangelizzazione. Oggi i paesi ricchi, o le loro multinazionali destabilizzano i paesi africani a suono di bombardamenti etici, interventismi umanitari o embarghi punitivi, “in difesa dei diritti umani “, provocando la fuga di milioni di persone pianificata e finanziata per venire inseriti nello sfruttamento capitalistico. Gli strumenti al servizio di questa ideologia del profitto sono, le ONG finanziate dai “Soros” che speculano e investono. Mossi non da sentimenti umanitari ma dal guadagno. Classico esempio la Francia, che nel 2011 ha bombardato Muhammad Gheddafi e trasformato la Libia nel porto senza regole da cui oggi partono i barconi carichi d'immigrati. Nella vicenda della capitana Carola che viene esaltata dalle sinistre e dai paesi che sostengono l’Europa della finanza, si omettono o si dibatte con meno fragore vicende gravi che riguardano lo stato drammatico dei campi di raccolta in Siria (che l’Italia stessa finanza). Sulla precaria situazione della lotta tra poveri in atto nel mondo del lavoro in Italia, e sulle lobby e infiltrazioni mafiose nei centri di accoglienza (anche gestite dalla chiesa). Anche in questo il servizio informativo è complice perché tace o fa passare in secondo piano le vicende sopra elencate. Mentre la sinistra non batte ciglio sui licenziamenti degli operai, e dei precari, ma appoggia le deportazioni mascherate all’insegna dell’accoglienza recandosi sulle navi dei migranti in segno di solidarietà, e facendo così la loro passerella elettorale. Con l’assoluzione della capitana Carola, la magistratura ha ignorato la costituzione italiana magari per altri fini, dato che pochi giorni dopo l’Europa ci ha “graziato” sulla procedura d'infrazione per debito eccessivo. Leggendo le carte e le motivazioni consegnate al GIP di Agrigento, il reato del codice 1100 di navigazione prevede il carcere per chi disobbedisce e sperona una nave da guerra. Per il GIP invece la nave della finanza non sarebbe una nave da guerra. Leggetevi in rete: (Art 29 Convenzione Montego Bay - Definizione di nave da guerra). Per il GIP Carola ha agito per adempimento di un dovere, facendo così cadere tutti gli altri capi di accusa e liberandola per non avere commesso nessun tipo di reato, pur invadendo il nostro spazio marittimo, pur non essendosi fermata all’Alt della finanza, speronando la nave stessa della finanza mettendo in pericolo l’equipaggio. Altra bugia è quella che parlava di un’emergenza a bordo mentre qualche giorno prima, sono saliti sulla nave i medici operatori del 118, facendo sbarcare le persone che stavano male. Se domani a un posto di blocco ho la cacarella e tiro dritto perché in uno stato di necessità e quindi il dovere di non fermarmi, chissà come reagirebbero le forze dell’ordine e il conseguente GIP? Quanti ricordano Francesca Pierotti una ragazza di 31 anni, che nel 2016 si occupava di trasporto di migranti? Un pulmino con tanto di stemma della croce rossa tentò di attraversare il confine francese dall’Italia. La gendarmeria francese un giorno la fermò sulla A8. Venne arrestata processata e condannata a una pena peculiare di 1000 euro con l’interdizione a cinque anni sul territorio francese. Avete sentito qualche giornale parlare di questa storia, qualche manifestazione, qualche deputato del PD salire sul furgone per difenderla? La Pierotti non contenta della sentenza andò in appello, facendo incazzare i giudici francesi che le tramutarono la prima sentenza in carcere per sei mesi. Se lo fa un’italiana viene processata, mentre se lo fa una tedesca in Italia diventa un’eroina, e i deputati italiani la vanno a soccorrere. U. Galimberti parlerebbe di uno dei nuovi vizi della nostra epoca “il Diniego” come di una riformulazione di comodo dei fatti che mira a lasciare al livello sotterraneo la ragione e a farne emergere soltanto la versione utilitaristica. Oggi il mondo ruota attorno all'insensibilità, all'indifferenza, all'ottundimento emotivo, alla desensibilizzazione, alla freddezza. Responsabilità, vicinanza, coraggio, altruismo, sentimento non sono altrettanto funzionali alla complessa condizione socio-antropologica del modernismo e a ciò che lo caratterizza: il consumismo. Perché i nuovi vizi non sono difetti personali ma tendenze collettive e globalizzate a cui l'individuo non può opporre una vera resistenza, pena l'esclusione sociale.

Il mito della bottiglietta da due euro

26/05/19

C’era una volta un imprenditore che arrivato in un paese per fare affari, decise di volere vendere la sua bottiglietta d’acqua a 2 euro. In questo paese però esistevano tante belle piazze, tutte già munite di fontane storiche e fornite di acqua pura e buonissima dai numerosi comuni che erogavano acqua pubblica. Ciò che è gratis e pubblico, pensò non ha valore economico. Decise così di incontrare alcuni sindaci e propose loro di comprare qualche concessione di alcune di queste fontane. Io ti pago un canone, tanto tu non ci guadagni niente argomentava ai sindaci. In seguito contattò i responsabili degli impianti di erogazione che provengono dalle varie sorgenti, e li convinse a pagamento di fare arrivare un po' meno acqua nelle fontane pubbliche e un po' di più in quelle sue private. Dato che la scarsità crea valore, dopo che la popolazione stanca di dovere fare la fila nelle fontane pubbliche si rivolse a quelle di sua proprietà. Meno acqua erogavano le fontane pubbliche, e più aumentava il valore delle sue. Vogliamo scommettere che quando le fontane pubbliche non erogheranno più una goccia d’acqua, voi pagherete la mia bottiglietta addirittura 4 euro pensò? Nel mondo della finanza è successo esattamente questo. La banca centrale produce moneta senza costi e rischio, facendo perdere il valore della moneta stessa. Si crea così un valore scarso perché artificiale, nel mondo del lavoro nelle imprese che producono beni e servizi e nello scambio. Invece nel mondo della finanza fatto di depositi e derivati, questa moneta arriva in grande quantità. Chi gestisce i grandi capitali, avendo gli strumenti per muovere i prezzi e le informazioni previlegiate, trasferisce queste risorse abbondanti solo ad un certo gruppo di persone e ai gruppi finanziari che essi rappresentano, ad avere interesse che nel resto del mondo di moneta ne circoli pochissima, traendone così il massimo profitto. Il compito della banca centrale sarebbe quello di garantire la stabilità e disponibilità della moneta, per fare in modo per esempio che il prezzo di quella bottiglia sia di almeno 2 euro. Se io faccio arrivare tanta moneta nel mondo della produzione e del lavoro, aumentano gli investimenti, diminuisce la povertà, la disoccupazione, il precariato e tutti quei mali sociali che essi comportano. Investendo capitali per l’energia rinnovabile, le infrastrutture stradali, sanitarie, ricerca e istruzione. Dunque per creare un valore artificiale che genera alti profitti per pochi, bisogna fare in modo che la liquidità sia scarsa ma non dappertutto, ignorando i trattati internazionali che le banche centrali dovrebbero garantire la stabilità della moneta. Invece assistiamo uno smantellamento dello stato sociale e dei servizi sempre più preoccupante. Senza le risorse necessarie la politica e i suoi rappresentanti, si riduce a pura propaganda in costante campagna elettorale che illude noi cittadini che il nostro voto possa cambiare gli eventi, mentre chi occupa le poltrone nei palazzi della politica si arricchisce sempre più, raccontandoci un sacco di balle. Anche i previlegiati dei nostri rappresentanti politici in Svizzera, sono allergici a lasciare le loro poltrone scaricando gli insuccessi sull’immobilità del governo e delle istituzioni italiane di turno, quando li fa comodo, mentre quando il partito che loro rappresentano è al governo tacciono, o si scagliano contro le opposizioni. Per fare l’esempio dell’ex deputato che settimanalmente occupa la prima pagina del vostro giornale, che vive ancora nel suo mondo post bellico e di immigrato di prima generazione fattosi da solo, che crede ancora nella favola dell’Europa unita dei popoli, ignorando ciò che il suo partito e tutti quelli che hanno governato l’Italia negli ultimi trent’anni a turno, hanno sistematicamente sfasciato e venduto per pochi denari. Ovvio che se cadono i ponti, o la tua abitazione post terremoto, sia ancora sotto le macerie, se la sanità e le scuole sono in uno stato da paese in via di sviluppo, devi pagare imposte sulla tua abitazione in cui per gran parte dell’anno non vivi, il canone eccetera, a questi signori interessa poco, vivendo nel loro mondo previlegiato dove i servizi li ottengono, aprendo il loro libretto degli assegni o tramite il rimborso spese, dopo anni di stipendi statali a cinque cifre. Mentre nei loro articoli o comizi fingono di essere dalla parte dei cittadini chiedendoci il nostro voto e fiducia, smascherano così la loro ipocrisia e natura parassitaria. Ovviamente costoro sono sempre in buona fede, perché sostenuti dalla loro ideologia che difendono a spada, come i loro sostenitori ciechi della loro ottusa nullità sul piano decisionale. Pensare che l’economia sia al centro della società è assurdo, mentre io sostengo che il capitalismo sia un’incidente della storia che potrebbe costarci molto caro. Sono oltremodo convinto che non si risolvano i problemi dell’Italia dell’Europa e del mondo con la tecnica, ma parlando di obiettivi e non di strumenti. Sono stanco di scrivere le stesse cose da anni, e vorrei trovare un paradigma sulla finalità delle nostre azioni, usando altri strumenti come il grande sapere umanistico millenario, orientale o quantistico e certamente quello digitale ma al nostro servizio. Che senso ha avere pensato negli ultimi 30 anni, che l’unico modello vincente sia quello neoliberista, in cui tutti dobbiamo prevaricare gli altri, distruggendo il singolo, con l’illusione della libertà, sacrificando valori unici coma l’etica, la morale o la filosofia che dovrebbero essere le nostre più alte aspirazioni. Lo scopo di fare politica o associazionismo, è fare campagne elettorali per raggiungere un maggior numero di percentuali, e proporre un programma che parla solo di tattica, e buone intenzioni ma non risolve nulla alla radice dei problemi per mancanza di risorse o potere decisionale? A noi pecorelle ammaestrate, cui è indispensabile avere sempre in mano un cellulare, consumare e a disinteressarci della politica e del sociale cosa rimane? Solo quando verrà sanzionato ed espulso dal sistema commerciale l’imprenditore che era riuscito a vendermi la bottiglietta a 4 euro, e dovrà risarcire coloro che ha ingannato, potrò dire che siamo in un mercato libero, e che la globalizzazione, è ciò che consente anche ai paesi più deboli di crescere, senza che le multinazionali tramite i politici comprino il loro debito, e tramite la colonizzazione digitale in atto diventino i padroni e i poliziotti di tutti. Non servono l’elemosina, dei sussidi di Stato, diversamente denominate nei decenni; negli anni ’80 era il voto di scambio, poi gli 80 euro del governo Renzi, e oggi il reddito di cittadinanza. Ribelliamoci a questi novelli Erode, che è la alta finanza speculativa, che ha creato un popolo di frustrati attraverso queste logiche finanziarie, che hanno messo in ginocchio oltre al nostro tasso di fertilità, e colpito milioni di persone in ciò che c’è di più forte che è nell’animo umano che si chiama procreazione, creando così disagio sociale e una generazione senza un animo politico e sociale. Favorendo un piano sottostante che è quello del trasferimento di enormi masse di altre persone, per creare la lotta tra i poveri. Benvenuti nel futuro che è oggi.

Richieste di Dialogo

04/02/19

In merito al costante impegno apolitico del signor Petta, che da buon vigilante dato che la dormiente comunità, tace o perlomeno delega, mi sembra doveroso dare un mio piccolo contributo sia sull’edificio Casa d’Italia ormai destinato come tante italiche opere ad una lunga agonia, ma anche per fare il punto dei diritti e doveri che hanno da un lato i rappresentanti ufficiali nel territorio, e di noi comunità. Ciò che rende poco trasparente la questione Casa d’Italia e in genere il rapporto con le istituzioni è la mancanza di dialogo reciproco. I rappresentanti istituzionali dal livello più alto (Console e ambasciatore), ai COMITES, circoli ACLI, Colonie libere, varie associazioni regionali, Autorità politiche, Organizzazioni culturali, raramente dialogano tra di loro. La volontà non manca, e spesso durante le feste o eventi culturali, alcuni dei rappresentanti delle istituzioni invitati, pronunciano belle parole di circostanza ma niente più. Non ho nominato gli imprenditori e noi tutti cittadini delle varie generazioni, che in maggioranza sono estranei alle sopra elencate organizzazioni, vuoi per mancanza di tempo di comprensione della lingua o semplicemente perché disimpegnanti socialmente come lo è il sottoscritto. Al fine di un dialogo costruttivo, vorrei porle gentile Console Alaimo i seguenti quesiti in merito alla vicenda Casa d’Italia, sperando di fare chiarezza dovuta a noi connazionali abbandonati a noi stessi o spesso indifferenti. Dico questo perché senza l’intervento di Petta difficilmente avremmo avuto una sua replica, tra l’altro poco informativa ma di carattere cronistico e addirittura del Console di Basilea che è intervenuto per la questione dei passaporti. Come se la qualità dei servizi si misura con la quantità di passaporti, o di altri servizi amministrativi che dovrebbero funzionare di norma SEMPRE e senza interventi straordinari.

1) Quali erano le finalità dell’intervento dei reparti della Polizia di Zurigo svolto il 9 gennaio?

2) Se l’edificio era stato controllato o visitato prima dalla polizia, come è stato possibile che oltre 100 persone abbiano potuto entrare portandosi dietro del materiale per un party, essendo l’edificio chiuso con tanto di catenaccio?

3) Ci spieghi perché la polizia ha dovuto avvertivi e del perché in seguito avete rinunciato a porre denuncia?

4) Perché non avete mai risposto alle domande dell’associazione “AIEI” (o altre) che chiede da tempo un locale, anche se provvisorio, per riunioni della loro Associazione? Nonostante l'approvazione della richiesta e proposte fatte dal presidente dell'AIEI e i due solleciti indirizzati a Lei quale responsabile locale?

5) Qual è lo sviluppo del progetto "reale" dell'ex Casa d'Italia, e il nuovo governo è disposto al finanziamento?

I lavori di ristrutturazione, adesso necessari, dopo il degrado subito per l’abbandono, osservando l’edificio da fuori non sembrano per niente avviati e condotti con modalità di intervento. Oserei dire, poco coordinati, e questo ha favorito l’ingresso nello stabile dei non autorizzati. Come non è esatta signor Console Alaimo la sua esposizione dei fatti. Secondo il rapporto di polizia poco dopo le 14.30 (e non 15) su segnalazione di un privato oltre 100 persone (e non circa 80), avevano occupato l’edificio per pianificare (tramite una chat in rete) un party (e non trasformarlo in un luogo di aggregazione e di svolgimento di “attività culturali” per il quartiere). Dopo un colloquio pacifico con la polizia, gli occupanti hanno lasciato l’immobile portandosi dietro del materiale di decorazione. Bastava leggere alcuni articoli pubblicati nei media, per essere più precisi, senza sminuire la gravità dell’accaduto con termini del tipo “attività culturali” o “tentativo reale di occupazione”. Come può garantire sulla sicurezza dell’immobile, assicurata proprio dalla Polizia cittadina, con la previsione di misure preventive e repressive, proprio per fronteggiare intrusioni non autorizzate, quando nella realtà non vi era nessuna prevenzione? Ci spieghi il suo concetto di prevenzione. Zurigo, è molto permissiva sulle occupazioni degli immobili in abbandono, seppure l’atto sia punibile per legge, non vi sono conseguenze per gli occupanti. Ciò che la città invece esige da parte del proprietario, è un permesso di abbattimento o di costruzione con rilascio. Vi sono trent’anni ben documentati sul tema, e di come alla fine questi immobili abbandonati venissero in seguito abbattuti, perché vi erano già degli accordi firmati con i nuovi acquirenti. Lo dirà il tempo, ma il punto è un altro caro Console Alaimo. Che figura ci facciamo noi italiani che a parte il lato affettivo che ci lega ancor oggi all’edificio, non sentiamo, la voce autorevole dello stato il cui territorio è stato violato, e di cui lei è il massimo esponente? Io non mi sento paladino di nessuna lotta e tantomeno di stare sempre dalla parte del giusto. Quando ho voglia di un chiarimento, senza pensare per sentito dire, mi rivolgo direttamente alla fonte più autorevole in questo caso lei Onorevole Console Alaimo. È mio dovere informarmi sulle vicende che mi riguardano, ma è altrettanto suo/vostro dovere informarci senza che noi dobbiamo elemosinarlo questo diritto. Per questo le chiedo di illuminarci, mettendo da parte i formalismi e in forma diretta risponda ai miei quesiti sopra posti. Vi sarebbero numerose e più importanti questioni, di cui i miei concittadini hanno subito delle ingiustizie mille volte più gravi (vedi i truffati del patronato Inca-CGIL di Zurigo), e non essendo noi il risultato di una specie che vola sempre a bassa quota in superficie, la prego di dialogare attraverso questo o altri canali, con una sua rubrica proprio su questo importante settimanale. Le propongo di instaurare un canale digitale personale (FB, Instagram) in cui liberi dal cartaceo, noi possiamo venire aggiornati su tutte le vicende di rilievo per la nostra comunità, diverso dal profilo già esistente del Consolato, in cui Lei togliendosi l’abito istituzionale comunicasse con noi tutti in un dialogo tra persone, sulle cose che ci stanno più a cuore. La mia proposta vale anche per i vari presidenti COMITES, ACLI e Patronati. Così facendo ci sentiremo (anche le nuove generazioni) tutti più compresi, ascoltati e informati, e Lei/Voi ci guadagnereste in popolarità e credibilità (già lo fanno Salvini e Trump). Vi sarebbe un dialogo, che è poi la chiave del sentirsi bene in una famiglia. P.S. Che ne è stata della proposta del membro dei COMITES Ticchio Giuseppe, che il 7.17 proponeva di organizzare un comitato di controllo per seguire tutte le fasi della ristrutturazione della Casa d’Italia fino al momento della riconsegna?

Con stima Mario Pluchino

Ingegneria sociale

25/01/19

Se gettiamo una rana in una pentola colma di acqua a temperatura ambiente, questa ci rimarrà, trovando gradevole il nuovo ambiente. Se però aumentiamo lentamente la temperatura dell’acqua, questa paradossalmente non se ne accorgerà nemmeno; si adatterà ai cambi “climatici” sino ad un punto in cui smetterà di vivere, un punto di stasi oltre al quale i meccanismi di difesa personali subiranno una sorta di impasse, proprio come se fossero sotto incantesimo. In quell’oblio anche doloroso, la rana smetterà di opporsi senza mai essersi in realtà opposta e si lascerà così cuocere lentamente. La metafora è quanto mai attuale: colpisce per lucidità e freddezza, ma rende bene il senso se applicato al concetto “RFID” (radio-frequency identification), già in uso in molti settori e assimilabili a sistemi di lettura e/o scrittura senza fili di cui in questi ultimi anni si sta affermando man mano anche lo standard NFC (Near Field Communication). I settori più conosciuti sono: Tracciabilità animali domestici e di allevamento, apertura e avviamento delle auto, moto, camion, ecc., apertura serrature (settore alberghiero e controllo accessi), borsellini elettronici non bancari (villaggi vacanze, discoteche, logistica in generale) carte bancarie, tessere documenti di identità elettronici per metropolitane, treni, autobus, moneta elettronica per macchine distributrici prodotti alimentari, operazioni logistiche per aeroporti o Amazon e monitoraggio cardiaco con dei microchip dotati di gps. Il prossimo inevitabile passo, saranno delle leggi imposte dall’élite finanziaria o da governi dispotici che lo imporranno a noi umani dalla nascita. Mi chiedo, com’è possibile che di fronte all’evidenza di certi eventi e realtà, gli esseri umani si comportino come quelle povere rane che scelgono di essere bollite lentamente, piuttosto che saltare via con slancio vitale?

Ci scopriamo ogni volta che una nuova tecnologia ci invade l’esistenza, attoniti come se fosse la prima volta, anche se oggi è tutto un po’ più caotico. Usiamo PIN e password in quantità e sarebbe più facile toccare tutto semplicemente con una mano. Vogliamo comprendere a fondo questa tecnologia che esiste da decenni ed è considerata abbastanza sicura, prima che grandi aziende e governi vengano da noi e ci dicano che tutti dovrebbero essere “chippati”. Gli “urlatores” che sarebbero chi fa del giornalismo al servizio dell’élite finanziaria ci diranno che l'intervento è indolore. Un microago, in pochi secondi, inietta tra il pollice e l'indice un trasmettitore per l'identificazione a radiofrequenza (RFID) non più grande di un chicco di riso. Centinaia di migliaia di statunitensi hanno impianti cocleari, spirali intrauterine, stimolatori dei nervi, protesi articolari, strumenti per il controllo delle nascite impiantabili e così via. La tendenza è quella d’inserire sempre più dispositivi all’interno del corpo, non solo quando è questione di vita o di morte, ma anche per praticità, come nel caso di contraccettivi, strumenti per il ciclo mestruale o lenti a contatto. In Cina è partito un progetto-pilota con una rete di 200 milioni di telecamere per seguire molto da vicino, 24 ore su 24, il miliardo e 400 milioni di cittadini. Distribuisce punti e benefit, in base ai comportamenti. Si chiama «credito sociale», ma fa pensare a una dittatura digitale: ad alcuni porterà vantaggi, altri invece sono già in punizione, e rischiano di rimanere esclusi dalla società. Quando la Cina diventerà il leader mondiale dell’intelligenza artificiale, il sistema sarà rafforzato dai più avanzati meccanismi tecnologici di sorveglianza. Con telecamere dotate di sistema di riconoscimento facciale, body scanning e geo-tracking, per monitorare da vicino ogni singolo cittadino. Le app per smartphone saranno utilizzate per raccogliere ogni giorno dati e monitorare il comportamento online. A confluire nei punteggi individuali saranno poi i big data provenienti da fonti più tradizionali, come archivi amministrativi, cartelle mediche e valutazioni scolastiche, oltre a registri finanziari e di sicurezza dello Stato. Il credito sociale punirà i cittadini cattivi, che diffondono “fake news”, guardano porno online, multe, acquisto online di materiale proibito, debiti e la fedina penale sporca. Le punizioni già in vigore in Cina sono: Divieto di lavorare nel pubblico, viaggiare in aereo, divieto mutui, abitare in centro, andare all’estero e usare i treni veloci. Mentre per i più obbedienti, meno tasse, diritto ai servizi sociali, accesso ai social media, borse di studio, hotel di lusso e accesso al Web. Sarà il più importante progetto di ingegneria sociale mai tentato, un modo per monitorare e manipolare oltre un miliardo di persone, e sarà la prima dittatura digitale al mondo. I cinesi intervistati pensano che, che il credito sociale assicurerà una società più sicura, forte e stabile. Ciò che fa pensare alla nostra rana bollita, è che non si è sviluppato alcun dibattito pubblico sulla messa in funzione del sistema all’interno della società. Come possiamo difenderci dall’attuale propaganda dei mass media in mano ai gruppi economico finanziari egemonici, che dopo averci convinto di entrare docili nella UE prima che ci si accorgesse che è una dittatura finanziaria, che l’uso dei microchip sia una cosa utile e moderna? Dovremmo obiettare e sabotare la tecnologia, non comprare le novità in vendita, non scrivere niente su di noi nella rete, non rilasciate interviste e sondaggi, non giocare in finanza e al forex, stroncando la speculazione e tornare alla terra? Temo che risponderemo quando sarà tempo alla marchiatura sotto pelle come un gregge di pecore, magari pensando “l'importante è che non tolgano il calcio, le serie e i reality show dalla tv!” Mercifichiamo la nostra privacy (che non è merce) in cambio ad un'accessibilità esclusiva ed immediata al mondo delle merci, che tutt'altro rende liberi. Questa dittatura digitale subdola va stroncata con ogni mezzo, perché essere liberi di scegliere tra cose accuratamente selezionate e autorizzate dal sistema non è libertà, come non lo erano i sostenitori del nazionalsocialismo in Germania, mentre quelli che non erano liberi erano gli oppositori. Come direbbe il filosofo “Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi”. Di caos ne abbiamo a sufficienza in questo mondo in piena evoluzione sotto molti punti di vista, spetta a noi creare un nostro personale ideale che generi felicità e crei una comunità di individui, che non credano che la felicità dell’uomo moderno sia, guardare le vetrine e comprare tutto quello che può permettersi, in contanti o a rate.

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